TESTIMONIANZE


In questa sezione troverai le testimonianze autentiche di chi ha vissuto un viaggio con noi: non solo turisti, ma viaggiatori consapevoli, immersi nella cultura, nella natura e nella quotidianità della Tanzania.
Attraverso i loro occhi, potrai scoprire cosa significa davvero fare turismo responsabile: incontrare rispettando. 

Vuoi scoprire anche tu un modo diverso di viaggiare? Dai un’occhiata alla nostra pagina dedicata agli itinerari

TI RACCONTIAMO UN VIAGGIO IN TANZANIA

Sembra il titolo di un libro di favole, invece è il nome con cui Kisedet propone viaggi di turismo responsabile, attraverso il quale co-finanzia i suoi progetti. Non avevo mai sentito parlare di Kisedet ora questa realtà per noi ha un valore grande, la associamo a dei volti, a dei progetti, ad un impegno costante nel territorio fatto di vita condivisa e di progetti per elevare la dignità umana, soprattutto quella dei più piccoli. Stupore e commozione ci hanno riempito il cuore in questo viaggio nato un po’ per caso, ma che si è concretizzato in un’esperienza “particolare e varia” che merita di essere condivisa e fatta conoscere. Kisedet è una ONG tanzaniana laica, nata più di 25 anni fa grazie a Giovanna (allora giovane donna italiana, laica, alla quale forse la terra africana ha scombussolato il cuore e la mente, tanto da “elaborare un sogno); è così che in Tanzania, nella regione di Dodoma, nel villaggio di Kigwe, è sorta questa realtà e quel sogno ha preso forma.

Abbiamo visto come Kisedet, col progetto di Turismo Responsabile, si impegni a valorizzare tutto ciò che è di locale, rispettandolo e favorendo l’integrazione. Crediamo davvero che questa forma di proposta viaggio possa essere largamente apprezzata. Kisedet, attraverso le case di accoglienza si prende cura di bambini e giovani in difficoltà, che gli vengono segnalati dai servizi sociali governativi, o che incontra per le strade, affinchè possano trovare un rifugio sicuro, un pasto caldo, un luogo in cui prendersi cura della propria persona, difendendoli così dai vari tipi di violenza e aiutandoli a iniziare una vita nuova e a credere ad un futuro migliore e in ultimo, cercando di ricongiungerli alle proprie famiglie.

Questa associazione lavora e collabora con varie persone del territorio ed è diventata punto di riferimento anche per gli organismi governativi locali privilegiando il “lavoro di rete”.  A Kisedet, da qualche anno, c’è anche la presenza di giovani che scelgono di fare il Servizio Civile Universale attraverso Gruppo Tanzania Onlus, e così, grazie al nostro caro Luca, civilista, abbiamo avuto la possibilità di conoscere questa realtà più da vicino. A fine aprile siamo partiti per la Tanzania.  Abbiamo conosciuto Giovanna, lo staff, il direttivo, Andrea e Simona (le altre civiliste di quest’anno) e anche alcuni ragazzi che sono cresciuti a Kisedet ed ora, diventati adulti, sono lì come presenza preziosa in quanto divenuti  loro stessi parte dello staff; tra tutti spicca la nostra guida turistica Peter, ma anche Fulgence, Paolo, la Mama mdogo, Leah, ecc…

Oltre al bellissimo safari nel Parco del Tarangire, abbiamo vissuto qualche giorno con loro a Chigongwe. E’ molto bello vedere come questa esperienza di conoscenza reciprova, porti tanta gioia, ricchezza e giorno dopo giorno, come faccia crescere questi giovani, italiani e tanzaniani. E’ bello vedere come questa esperienza crei collaborazione, come faccia capire che tante nostre convinzioni, siano invece solo luoghi comuni e stereotipi, sia da una parte che dall’altra, si impara a ricevere, oltre che a donare, e si scopre che si sta vivendo un’esperienza unica, che non ha eguali. Auspichiamo che sempre più giovani possano “farsi dono” di esperienze del genere. Portiamo nel cuore i colori della Tanzania, ma più di tutto il tempo trascorso assieme alle persone incontrate in questo viaggio. Speriamo sia stato un reciproco arricchimento e una gioia condivisa che si moltiplica.

Con affetto e stima,

Chiara, Raffaele, Rita e Andrea 

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Andrea, Rita, Raffaele e Chiara sotto il baobab di Chigongwe, aprile 2025

SOLO TRAVELLER: L’AVVENTURA DI GIGLIOLA IN TANZANIA

Qualche mese fa sono stata invitata a una sfilata di moda tanzaniana e in quell’occasione ho conosciuto il presidente del Gruppo Tanzania Mauro Del Pino che ci ha raccontato dell’operato di Kisedet.
Ne sono rimasta piacevolmente sorpresa ma anche attratta.
Ho deciso così di partire poco dopo la metà di settembre per la Tanzania con il loro supporto.
Undici giorni stupendi: incontro con lo staff molto accogliente di Kisedet e conoscenza dei loro progetti,
visita dei luoghi più suggestivi della parte centrale ed est della Tanzania (Dodoma, villaggio di Chigongwe, parco dei Monti Udzungwa, Morogoro, la famosa scuola delle arti di Bagamoyo), ma anche divertimento come il safari all’interno del parco nazionale di Mikumi e relax a Bagamoyo con la sua bellissima spiaggia di sabbia bianca bagnata dall’oceano Indiano.
Tutti gli alloggi dove ho soggiornato sono stati confortevoli, puliti, tutti con bagno privato, ed il cibo, sempre fresco e cucinato da bravissime cuoche, davvero ottimo.
Anche il personale è stato sempre molto gentile e disponibile a soddisfare ogni tipo di richiesta.
Clima perfetto: temperature piacevoli, ne’ troppo caldo, ne’ freddo. In alcune zone (Dodoma e dintorni) un po’ di vento ma solo la sera.
Per quanto riguarda l’aspetto sanitario e soprattutto il tema zanzare, io mi ero provvista di un repellente adeguato, ma sinceramente in città e nei villaggi non ne ho viste ne’ tanto meno sono stata punta.

Forse qualcuna durante il safari ma avendo indossato pantaloni lunghi e maglia che mi copriva le braccia, il problema non si è presentato.
Ora sono tornata in Italia e mi sento di ringraziare veramente di cuore Giovanna, la fondatrice di Kisedet, e tutti i suoi collaboratori e collaboratrici,  per avermi dato la possibilità di vivere in prima persona questa meravigliosa esperienza e per il loro aiuto veramente straordinario a favore di chi è in difficoltà.
Ringrazio anche Brighton, la mia guida, ragazzo molto preparato che parla anche italiano, e Freddie, il mio autista, che mi hanno accompagnato ogni giorno durante la mia permanenza in Tanzania.
Consiglio davvero tanto questo tipo di turismo alternativo detto anche “turismo responsabile” che ti permette di conoscere non solo le classiche mete turistiche ma anche di stare a contatto con le persone del luogo e conoscere la loro cultura e le loro tradizioni.
In ultimo, ma non ultima in termini di importanza, suggerisco a chi può di sostenere questa associazione poiché il suo contributo, supportato da progetti veri e reali, è veramente importante per i bambini della Tanzania.

Grazie a tutti.

Gigliola

Gigliola durante il suo viaggio in Tanzania, settembre 2023

UN VIAGGIO NECESSARIO

Siamo stati in Tanzania quest’estate (luglio 2018), era tanto che volevamo fare un viaggio diverso, andare a scoprire un mondo che per noi è così lontano, e quest’anno finalmente ci siamo riusciti. Con le nostre figlie di 11 e 8 anni ci siamo lanciati in un’esperienza nuova perché nessuno di noi era mai stato in Africa. Già sulla carta ci affascinava e ci attraeva molto, ma arrivati là, le nostre aspettative e forse il nostro immaginario si sono completamente sgretolati di fronte a una realtà così intensa e così diversa da lasciarci senza fiato.

Non parlo solamente della possibilità di entrare in contatto così da vicino e così intensamente con gli africani, e i tanzaniani in particolare, ma anche poter vedere da vicino, come fossimo tanzaniani anche noi, luoghi e persone e situazioni che certamente non avremmo mai potuto avvicinare con un tour operator o andando da soli. Tutto questo grazie a KISEDET e non possiamo che ringraziare ogni singola persona che lì lavora e che ci ha accompagnato, raccontato, spiegato, mostrato, che ci ha permesso di immergerci totalmente in una società e in una cultura che noi percepivamo così lontana, così distante

Abbiamo soprattutto avuto modo di conoscere da vicino l’evoluzione di KISEDET, nata oltre vent’anni fa  da Giovanna e Nino, e toccando con mano abbiamo potuto capirne la complessità e le difficoltà ad operare e portare avanti una impresa tutto sommato unica. Giovanna e Nino ancora oggi operano sul campo fianco a fianco con i collaboratori locali, che in parte hanno fatto crescere e formato, e che giorno dopo giorno tentano di alleviare le sofferenze di quei bimbi abbandonati alla strada per cercare di dar loro una speranza per un futuro possibile. In oltre vent’anni a molti di loro un futuro l’hanno dato o hanno mostrato loro che una vita diversa è possibile.

L’umanità che ci ha sempre, ogni giorno, circondato è stata grandissima e molto intensa e siamo tornati a casa con le valigie – e forse anche le teste – un po’ più vuote di cose, di oggetti, e un po’ più piene di facce, colori, sapori, parole. Torneremo senz’altro e cercheremo anche di dare un piccolo aiuto dal nostro comodo divano!

Lavinia e Mauro con Clelia e Frida

P.S. Ora Mauro è il Presidente di Gruppo Tanzania

UN VIAGGIO DI RITORNO (IL METODO DELLA FOLLIA)

Son tornato in Tanzania 7 anni dopo il mio ultimo (e primo) viaggio laggiù. Allora avevo narrato il mio viaggio con le tinte forti di Cuore di Tenebra di Joseph Conrad, delineando i due protagonisti dell’impresa Kisedet – Giovanna e Nino – come due pazzi alla stessa stregua di Kurtz, il protagonista di quel romanzo. Con la differenza che essi avevano portato la luce e non l’orrore nelle savane e nella polverosa vita di Dodoma e dintorni. Ebbene, questa mia narrazione farà riferimento al mio altro grande capolavoro preferito, cioè “Amleto” e non perché sia una tragedia, anzi….è una splendida commedia, che spesso si tinge dei colori della tragedia, come le storie del nostro libro “Fiori di strada” ci mostrano (a proposito, per i ritardatari e i nuovi arrivati ci sono ancora copie disponibili). Amleto, come si sa, si finge pazzo per capire cosa succede a corte e qualcuno se ne accorge, tanto da dire: “se anche questo è pazzo, tuttavia c’è del metodo nella sua follia”.

Una splendida commedia/follia, dove ormai molti sono gli attori in gioco, oltre ai protagonisti….lo staff di Kisedet si è allargato perché Kisedet è diventata più grande, perché nel frattempo ha attivato varie partnership, anche internazionali, e anche perché la crescita ha richiesto un numero maggiore di persone—credetemi, qualificatissime e umanamente all’altezza di un compito così difficile ma al contempo anche appagante, se si raggiungono gli obiettivi, ma anche se qualche volta si fallisce, perché nessuno è perfetto e le storie hanno spesso sviluppi imprevedibili e imprevisti, soprattutto se, come fanno Giovanna, Nino e i loro collaboratori, si rendono i bambini e gli adolescenti protagonisti attivi e consapevoli delle loro azioni —nessuno decide per loro! Ma si è allargato anche il numero dei bambini e delle famiglie che Kisedet ha aiutato in questi anni e per averne una conferma provate a guardare le foto della festa dei 20 anni di Kisedet (1998-2018): oltre che ad averle scattate io (e questo è già un notevole pregio…ahahaha) guardate le persone e i loro volti, le scene di festa, di felicità nello stare insieme, anziani e giovani, bambini e adulti. Sono stato felicissimo di partecipare e di documentarla! Non potevo esercitare la mia passione per la fotografia in modo migliore, più esaltante e più umanamente coinvolgente.

La follia di Giovanna e Nino non poteva che ambientare questa festa, e il progetto cardine di Kisedet, rivolto al recupero dei bambini di strada di Dodoma, a CHIGONGWE….un piccolo e semi nascosto villaggio nella savana spazzata dal vento e circondato dall’aridità del suolo tanzaniano che però, guarda caso, nei pressi del centro accoglienza si colora di verde ed alberi, piante, frutti vari ed anche animali (è il regno di una bella capretta vinta dai ragazzi l’anno scorso in una competizione di cui non ricordo molto…): un’altra splendida follia, direi.

Alcuni ex-bambini di strada  ora sono genitori, anche se molto giovani. Altri sono anche lavoratori qualificati e competenti (camerieri, cuochi, autisti….). Uno di loro, Japhet, autista da competizione, ha chiamato il suo secondogenito Gioven in mio onore: scusate se è poco! Insomma, avevo lasciato un Kisedet adolescente (14enne), anche se molto robusto e determinato e l’ho ritrovato giovane adulto (20enne), molto più forte, cresciuto, molto più robusto e ancor più determinato.

Sarete d’accordo che c’è del metodo in questa follia, no? E siccome se non son pazzi non li vogliamo, spero che qualcuno di voi, leggendo queste poche righe, si senta invogliato ad entrare nella mischia o a spingere con più forza perché, come si dice in kiswahili, “Adòss che ‘l muntù l’è gross”!!!

Asante sana.

Giovanni Iannaccio

Ex Presidente del Gruppo Tanzania

VIAGGIA CON KISEDET: UN’ESPERIENZA INDIMENTICABILE PER TUTTA LA FAMIGLIA 

Nella valigia per la Tanzania avevamo messo il binocolo. Abbiamo sognato questo viaggio per molto tempo. Finalmente siamo qui. La nostra è una luna di miele partecipata, siamo in quattro: Costanza, Alessio, Annagiulia e Marcello. A Firenze, sei mesi fa, ci chiedevamo: ma come si fa a camminare in mezzo a zebre e giraffe e attraversare il cuore della Tanzania senza imparare nulla dalla sua gente? Il binocolo non basta, serve un microscopio, e questo per noi è stato Kisedet (grazie Matteo Borzoni per la dritta). Abbiamo conosciuto Giovanna e Nino prima per e-mail, poi attraverso la loro consorte italiana Gruppo Tanzania ONLUS (grazie Veronica per tutto il supporto) e infine di persona all’aeroporto di Dodoma, la capitale. Eppure pochi turisti passano da qui, il centro del paese, oggi in grande fermento e dove Kisedet ha il suo centro di accoglienza temporanea Shukurani. Pochi discorsi formali, nessun autocompiacimento: Anderson, Fulgance, Giovanna, Nino e tutto lo staff di Kisedet ci hanno offerto una finestra e anche una lente di ingrandimento sulle storie della Tanzania e dei suoi bambini. Dopo una giornata piena di mercati e di colori a Dodoma, ci siamo trasferiti alla guesthouse nel villaggio di Chigongwe, a una mezz’oretta di macchina.

Quella collina di terra rossa è uno spettacolo e racconta di progetti in continuo cambiamento. Si sperimentano coltivazioni, vivai di pesci tilapia, pollai, orti, viti; si costruisce un campo da calcio e anche uno multifunzione. Calvin, originario di Arusha, ci accompagna e gli occhi gli brillano quando parla di tutto questo e di come si è fatto ai bambini, bambine, ragazzi e ragazze e tutto sia per loro. Ma Marcello e Annagiulia si stancano di ascoltare. Loro giocano, come tutti i bambini e le bambine del mondo fanno di mestiere. E allora i ragazzi italiani in servizio civile internazionale ci aiutano. Si imparano parole in swahili e finalmente giochiamo con I ragazzi che vivono nella famiglia Kisedet. La più bella esperienza di tutto il viaggio. Sinceramente, il binocolo di Serengeti dal quale scriviamo adesso paga, ma allo spettacolo di imparare danze, parole, giochi e condividere momenti – per un attimo senza filtri – non ha valore. Marcello ha imparato a giocare a dama con regole tanzane da Ismail, Annagiulia dice che ci sono delle bacche strane che si possono mangiare (grazie Gift, Asnazi, Dori e Mariano). Alessio ha finalmente ripassato il teorema di Pitagora con Michael. Insieme ci siamo arrampicati sul tetto della casa più in alto di Chigongwe e abbiamo visto un tramonto mozzafiato. Peccato solo per il goal segnato all’ultimo momento che ci ha fatto perdere la partita di calcio quattro a tre! La rivincita non mancherà!

Costanza, Alessio, Annagiulia e Marcello

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ASANTE SANA!